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a cura di Glauco


 
     

Note sull'autore

     
 

 
     

     
     

INDICE

 

Correva l'anno 1976...

 

     
     

 
 
     
  Come già ricordato, in quell'anno mi diplomai e iniziai a lavorare "sul campo", all'interno di una grande azienda informatica. Mentre io vivevo questa esperienza, in California, due ragazzi poco più vecchi di me, ideavano e realizzavano quello che può (forse) essere considerato il primo Personal Computer nella storia, o perlomeno quello che più corrisponde a quello che io considero un computer per uso personale: un mini-elaboratore di dimensioni e costo contenuti, tali da poter essere acquistati da una singola persona, non necessariamente per ricavarci un reddito, e da poter essere utilizzato all'interno di una normale abitazione, senza richiedere un locale appositamente destinato ad ospitarlo. Steve Jobs e Steve Woznyak avevano creato l'Apple I, fondando al tempo stesso la "Apple Computer".

Tratta da un vecchio stampato pubblicitario, la foto mostra i due creatori dell'Apple I con la scheda logica del computer di loro creazione.
Venduto in kit di montaggio (questo prototipo è stato assemblato all'interno di un contenitore di legno!), venne prodotto, se non ricordo male, in circa 200 esemplari. Attualmente tra i collezionisti la quotazione di uno di questi computer supera i 10.000 dollari.


A dire il vero, già nell'anno precedente un altro elaboratore veniva definito "Home Computer": era l'IMSAI 8080. Questo elaboratore, però, oltre alle dimensioni ragguardevoli, richiedeva un terminale video, come console di sistema, per poter operare, ed i costi non erano affatto proponibili per uno studente od un semplice appassionato.

L'IMSAI 8080 comparve nel film "War Games": era il computer usato da Matthew Broderick per collegarsi al computer centrale del Norad (il centro di difesa strategico americano), impersonando il ruolo oggi divenuto noto col nome di "hacker".
Qualcuno lo ricorda?

Primo incontro con il micro-processore

Nel corso del 1977 feci la conoscenza del primo micro-processore mai visto: lo Zilog micro8. Era un processore single chip (vale a dire costruito su un solo circuito integrato, il che a confronto dei processori tipicamente in uso a quei tempi costituiva un fenomeno rivoluzionario) con lunghezza di parola a 8 bit, e con otto registri interni sui quali era in grado di operare semplici operazioni logico/matematiche. La frequenza di clock era di 1 MHz, e ricordo i tentativi di innalzarla, sostituendo il quarzo dell'oscillatore di clock (esterno al micro-processore) nella speranza di riuscire a spremere un pò di prestazioni in più...
Detto ciò appare evidente che, di fatto, la pratica dell'over-clocking nacque assieme ai microprocessori stessi…..

Tale micro-processore (progenitore del più famoso e diffuso Zilog Z-80, che fu poi impiegato per lungo tempo su molti home e personal computer) veniva impiegato quale "organo di controllo" in una centrale di commutazione telegrafica (l'equivalente, per quanto riguardava le telescriventi, di una centrale telefonica per i telefoni). Nel corso della progettazione di un nuovo (e più potente) modello di centrale, si prese in considerazione il micro-processore AMD 2901 (non ricordo con certezza il numero del modello): questo, a differenza dei micro-processori single chip, era uno slice-processor, tecnologia interessante, ma che fu poi abbandonata. In pratica era un processore con ampiezza di bus componibile, in quanto ogni chip gestiva 4 bit di informazioni: mettendo in parallelo più chip, si poteva arrivare a gestire informazioni fino a una lunghezza di parola massima di 24 bit.
La sperimentazione fu però presto abbandonata, visto che le problematiche di progettazione, i tempi richiesti per lo sviluppo del progetto, ecc…, fecero optare per un vero mini-elaboratore a 16 bit prodotto dalla DEC (Digital Equipement Corporation), relegando il micro-processore a compiti più marginali e meno penalizzanti in termini di prestazioni.

Ebbi quindi occasione di vedere all'opera questi nuovi mini-computer, tecnologicamente molto avanzati, e, per quanto non mi occupassi direttamente della loro programmazione o gestione, feci nondimeno la conoscenza di alcuni tecnici della casa produttrice deputati alla loro installazione e manutenzione. Siccome da cosa nasce cosa, una mia domanda di assunzione inoltrata alla Digital (come comunemente veniva chiamata la casa americana produttrice) ebbe riscontro positivo: ed ecco quindi che, nel 1979, mi trovai a far parte dell'organico di quello che ai tempi era il "Numero 2" dell'informatica mondiale, secondo solo a IBM.

 
     

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